Johann
Wolfgang von Goethe nacque nel 1749 a Francoforte. Fu drammaturgo,
poeta, saggista, scrittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato,
critico d'arte e critico musicale tedesco. (riprendete fiato)Tra
le sue opere più celebri troviamo “I
dolori del giovane Werther”
e “Faust”
un poema drammatico su cui lavorò per sessant’anni, ma che lo
porterà a essere considerato uno dei più importanti letterati della
lingua tedesca e l’anima della modernità.
Goethe fu molto
rilevante per la sua epoca, perché oltre a avere una produzione
artistico-culturale notevole, appoggiò il primo movimento
pre-romantico del XVIII secolo, lo Sturm
und Drang
(Tempesta
e impeto). Io
ho letto “I
dolori del giovane Werther” un romanzo epistolare tipicamente
romantico.
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Caspar David Friedrich - Viandante sul mare di nebbia - 1818 |
Il
personaggio principale del romanzo è Werther,
il giovane artista borghese che scrive le lettere che compongono
l’opera. Colto, raffinato e appassionato di arte e
letteratura, ma insofferente nei confronti della società che a
suo avviso blocca la libertà dell’animo umano. È un personaggio
molto sensibile e innocente, seppur si lasci trasportare in modo
impegnativo dai propri sentimenti. Dal
testo non si comprendono le sue caratteristiche fisiche, quelle
caratteriali invece sono facilmente intuibili anche solo dalle prime
lettere indirizzate al suo fedele amico Guglielmo e poi
nell’approccio con Carlotta, la ragazza di cui si innamorerà.
Lei
a differenza di Werther sembra aver un animo semplice e sereno. Lui
la descrive sin dall’inizio come la perfezione fatta donna, una
figura idilliaca al di là del reale. Si dilunga in descrizioni sul
suo aspetto (media statura, lunghi capelli scuri, occhi neri e
lineamenti aggraziati); parla anche del suo portamento, dei suoi modi
di fare, della sua eleganza e dolcezza. Il fatto che
accudisca i suoi fratelli ci fa capire che sia una ragazza molto
responsabile e matura. Capisce dal primo incontro con
Werther che tra loro c’è qualcosa di speciale, ma rimane fedele al
suo promesso sposo Alberto che in quel momento è in viaggio. Cerca
di mantiene un bel rapporto d'amicizia con il nuovo conoscente per quasi tutta
la durata della vicenda, fino a quando non è obbligata ad
allontanarlo perché sente che lui non riesce più a controllare i
sentimenti nei suoi confronti.
Alberto
è il fidanzato di Carlotta. Il suo carattere si trova in netta
contrapposizione con quello di Werther, essendo lui un tipico
borghese che condanna la vena artistica, l’irrazionalità e la
passionalità che sono invece ben presenti nell’animo del nostro protagonista.
Alberto non dimostra in nessuna conversazione un’apertura
mentale sufficiente a comprendere o cercare di comprendere l'animo di Werther e nemmeno pensa di modificare o mettere in discussione le
proprie convinzioni. Il protagonista spesso si chiede se Alberto
meriti l’amore di Carlotta, che però riconosce essere sicuro e
stabile e differenza del suo.
Nelle
prime lettere sono rimasta molto colpita e affascinata dalle
descrizioni e dai pensieri di Werther. La dolcezza e la sublimità
con cui contempla la natura mi trasmettono una grande serenità,
ma i suoi pensieri sono preludio alla triste sorte che lo attende.
Nel
corso della vicenda sono rimasta impressionata dal modo travolgente
in cui Werther si innamora di Carlotta, dal modo in cui affronta e
reagisce alle varie situazioni e mi ha molto scosso, la sua decisione
finale e senza possibilità di ritorno. Infatti il tema del suicidio,
molto comune nella narrativa romantica, è tornato anche nell’analisi
di questo libro. Ho pensato molto alla motivazione che l’ha
spinto a un tale gesto cercando anche di immedesimarmi in lui, ma
sono giunta alla forse semplicistica conclusione che l’opera senza
il suicidio finale non avrebbe avuto lo stesso significato.
Mi
ha fatto molto riflettere anche la scelta che si è trovata a dover
fare la giovane Carlotta, tra un uomo stupendamente romantico e
passionale, ma inquieto e instabile, qual è Werther, e un uomo
razionale, forse un po’ eccessivamente inquadrato, ma stabile e
sicuro, come Alberto. Forse questo bivio mi ha colpito
particolarmente perché la scelta della persona con cui condividere
una vita è per l’appunto proprio una “scelta di vita” e
Carlotta in questo caso mi sembra aver voluto ascoltare più la sua mente e il suo buon senso più che il proprio cuore e il proprio
istinto.
I
personaggi che più mi hanno colpito sono: Werther e Alberto, o forse
meglio, il loro dualismo.
Werther
è secondo me l’amante ideale, passionale e travolgente, romantico
e sensibile, colto e raffinato. Alberto sembra invece sempre troppo
razionale e troppo distaccato, attento più a ciò che è la prassi
che a ciò che ritiene giusto. Si dimostra una persona molto ottusa, non
capace di capire e immedesimarsi negli altri e senza un minimo di
desiderio di confronto per crescere come persona.
La sintassi non è sempre chiare e lineari, forse proprio per far capire
l’inquietudine e la mancanza di certezze e risposte di Werther. I
registri linguistici utilizzati sono medio-alti, uguali per tutti i
personaggi, essendo loro tutti della stessa classe sociale cioè
borghesia settecentesca. Il lessico non è particolarmente difficile
da comprendere e vi è un rilevante utilizzo di francesismi.
Secondo
me, Goethe ha deciso di adottare questo stile perché voleva mettere
in evidenza l’aspetto di Werther come uomo colto e amante
dell’arte, ma voleva comunque mantenere la comprensibilità e la
scioltezza che deve esserci in uno scambio epistolare.
Il
libro mi è piaciuto davvero molto. Sin dall’inizio la narrazione
cattura il lettore rendendolo partecipe del succedersi degli eventi e
facendolo immedesimare in Guglielmo, l’amico che riceve le
confidenze di Werther. L’opera affronta varie tematiche che
contestualizzate possono essere, e per me sono state, punto di
partenza per riflessioni di crescita personale. La lettura è
scorrevole e piacevole, ma forse per comprenderne al meglio alcune
sfumature e alcuni passaggi sarebbe meglio affrontarla due volte
perché nella frenesia e, nel mio caso, nella discontinuità di tempo
dedicatole sono convinta che si perda molto.