martedì 5 febbraio 2013

"I dolori del giovane Werther" di J. W. Goethe

Johann Wolfgang von Goethe nacque nel 1749 a Francoforte. Fu drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e critico musicale tedesco. (riprendete fiato)Tra le sue opere più celebri troviamo “I dolori del giovane Werther” e “Faust” un poema drammatico su cui lavorò per sessant’anni, ma che lo porterà a essere considerato uno dei più importanti letterati della lingua tedesca e l’anima della modernità.
Goethe fu molto rilevante per la sua epoca, perché oltre a avere una produzione artistico-culturale notevole, appoggiò il primo movimento pre-romantico del XVIII secolo, lo
Sturm und Drang (Tempesta e impeto). Io ho letto I dolori del giovane Werther” un romanzo epistolare tipicamente romantico.

Caspar David Friedrich - Viandante sul mare di nebbia - 1818


Il personaggio principale del romanzo è Werther, il giovane artista borghese che scrive le lettere che compongono l’opera. Colto, raffinato e appassionato di arte e letteratura, ma insofferente nei confronti della società che a suo avviso blocca la libertà dell’animo umano. È un personaggio molto sensibile e innocente, seppur si lasci trasportare in modo impegnativo dai propri sentimenti. Dal testo non si comprendono le sue caratteristiche fisiche, quelle caratteriali invece sono facilmente intuibili anche solo dalle prime lettere indirizzate al suo fedele amico Guglielmo e poi nell’approccio con Carlotta, la ragazza di cui si innamorerà.
Lei a differenza di Werther sembra aver un animo semplice e sereno. Lui la descrive sin dall’inizio come la perfezione fatta donna, una figura idilliaca al di là del reale. Si dilunga in descrizioni sul suo aspetto (media statura, lunghi capelli scuri, occhi neri e lineamenti aggraziati); parla anche del suo portamento, dei suoi modi di fare, della sua eleganza e dolcezza. Il fatto che accudisca i suoi fratelli ci fa capire che sia una ragazza molto responsabile e matura. Capisce dal primo incontro con Werther che tra loro c’è qualcosa di speciale, ma rimane fedele al suo promesso sposo Alberto che in quel momento è in viaggio. Cerca di mantiene un bel rapporto d'amicizia con il nuovo conoscente per quasi tutta la durata della vicenda, fino a quando non è obbligata ad allontanarlo perché sente che lui non riesce più a controllare i sentimenti nei suoi confronti.
Alberto è il fidanzato di Carlotta. Il suo carattere si trova in netta contrapposizione con quello di Werther, essendo lui un tipico borghese che condanna la vena artistica, l’irrazionalità e la passionalità che sono invece ben presenti nell’animo del nostro protagonista. Alberto non dimostra in nessuna conversazione un’apertura mentale sufficiente a comprendere o cercare di comprendere l'animo di Werther e nemmeno pensa di modificare o mettere in discussione le proprie convinzioni. Il protagonista spesso si chiede se Alberto meriti l’amore di Carlotta, che però riconosce essere sicuro e stabile e differenza del suo.

Nelle prime lettere sono rimasta molto colpita e affascinata dalle descrizioni e dai pensieri di Werther. La dolcezza e la sublimità con cui contempla la natura mi trasmettono una grande serenità, ma i suoi pensieri sono preludio alla triste sorte che lo attende.
Nel corso della vicenda sono rimasta impressionata dal modo travolgente in cui Werther si innamora di Carlotta, dal modo in cui affronta e reagisce alle varie situazioni e mi ha molto scosso, la sua decisione finale e senza possibilità di ritorno. Infatti il tema del suicidio, molto comune nella narrativa romantica, è tornato anche nell’analisi di questo libro. Ho pensato molto alla motivazione che l’ha spinto a un tale gesto cercando anche di immedesimarmi in lui, ma sono giunta alla forse semplicistica conclusione che l’opera senza il suicidio finale non avrebbe avuto lo stesso significato.
Mi ha fatto molto riflettere anche la scelta che si è trovata a dover fare la giovane Carlotta, tra un uomo stupendamente romantico e passionale, ma inquieto e instabile, qual è Werther, e un uomo razionale, forse un po’ eccessivamente inquadrato, ma stabile e sicuro, come Alberto. Forse questo bivio mi ha colpito particolarmente perché la scelta della persona con cui condividere una vita è per l’appunto proprio una “scelta di vita” e Carlotta in questo caso mi sembra aver voluto ascoltare più la sua mente e il suo buon senso più che il proprio cuore e il proprio istinto.
I personaggi che più mi hanno colpito sono: Werther e Alberto, o forse meglio, il loro dualismo.
Werther è secondo me l’amante ideale, passionale e travolgente, romantico e sensibile, colto e raffinato. Alberto sembra invece sempre troppo razionale e troppo distaccato, attento più a ciò che è la prassi che a ciò che ritiene giusto. Si dimostra una persona molto ottusa, non capace di capire e immedesimarsi negli altri e senza un minimo di desiderio di confronto per crescere come persona.

La sintassi non è sempre chiare e lineari, forse proprio per far capire l’inquietudine e la mancanza di certezze e risposte di Werther. I registri linguistici utilizzati sono medio-alti, uguali per tutti i personaggi, essendo loro tutti della stessa classe sociale cioè borghesia settecentesca. Il lessico non è particolarmente difficile da comprendere e vi è un rilevante utilizzo di francesismi.
Secondo me, Goethe ha deciso di adottare questo stile perché voleva mettere in evidenza l’aspetto di Werther come uomo colto e amante dell’arte, ma voleva comunque mantenere la comprensibilità e la scioltezza che deve esserci in uno scambio epistolare.




Il libro mi è piaciuto davvero molto. Sin dall’inizio la narrazione cattura il lettore rendendolo partecipe del succedersi degli eventi e facendolo immedesimare in Guglielmo, l’amico che riceve le confidenze di Werther. L’opera affronta varie tematiche che contestualizzate possono essere, e per me sono state, punto di partenza per riflessioni di crescita personale. La lettura è scorrevole e piacevole, ma forse per comprenderne al meglio alcune sfumature e alcuni passaggi sarebbe meglio affrontarla due volte perché nella frenesia e, nel mio caso, nella discontinuità di tempo dedicatole sono convinta che si perda molto.

2 commenti:

  1. che bello:):)! mi fai venire voglia di leggerlo:)!

    RispondiElimina
  2. A me non è piaciuto, avrei preso Werther a schiaffi per il suo carattere e le sue scelte. Sono contento di averlo, visto che è una pietra miliare, però non lo consiglierei.

    RispondiElimina

E tu? Cosa ne pensi?