Fanno fluttuare lanterne in cielo, ma ci credi?
Lanterne giapponesi a simbolo del passato che è passato.
Bhè... notizia flesh: non siamo giapponesi!
Lo sai cosa sono? Bambini. Come se bastasse accendere una candela per far tornare tutto okey
o dire una preghiera. Bambini illusi, esasperati, idioti e sciocchi.
E lo so cosa dirai "Li fa sentire meglio".
Davvero dici? Per quanto? Per un minuto? Per un giorno? Che differenza può fare?
Perchè alla fine quando perdi una persona ogni candela, ogni preghiera non compenserà mai il fatto che l'unica cosa che rimane è un vuoto nella tua vita al posto della persona che amavi tanto.
E una lapide ... con incisa una data di nascita quasi sicuramente sbagliata.
sabato 3 agosto 2013
martedì 11 giugno 2013
Confini
Soglia labile, indefinito varco.
Quando un terreno inizia e ne finisce un altro?
Io del mio recinto faccio un gran muro,
Tu crei un ponte e ti senti più sicuro.
Certo è che l’avida espansione nel campo vicino,
è desiderio di un lungo cammino,
ma nonostante queste belle parole,
Amore e Amicizia non daranno mai prole.
Vicini litigiosi da costole accumunati,
incantevoli girasoli da prepotenti nuvole vincolati.
L’Amore non è mai prepotente,
il Bene genera Bene
ed è triste doversi accontentare.
sabato 27 aprile 2013
Pioggia nel mio pineto
Cammino smarrita nel bosco serale.
Ascolto il suo canto e non oso parlare.
Odore di bacche, piccanti ricordi:
ti vedo ferito mentre ti nascondi.
Distolgo lo sguardo, non oso mirare.
Senso di colpa o tacito accusare?
Intanto d'intorno roboanti silenzi,
sospirar non è facile se ti treman i denti.
Le nuvole arse di fuoco profano,
lasciano il posto ad un cinereo diafano.
La pioggia leggera elegante discende
e il mio volto rigato or ora sorprende.
Le senti le gocce discender su noi?
O raccogli cocci come taglienti rasoi?
Piove sulle tue ciglia nere,
piove sulle labbra che un tempo eran accese.
Ascolta, ascolta.
La musica del cuor si ferma,
e non temer che io m'offenda.
Ora le spalle tristemente ci diamo,
ma ciò non vuol dir che non t'amo.
La favola bella che fin ieri m'illuse,
oggi non lasc'altro che tiepide scuse.
- Sara Gemo -
Ascolto il suo canto e non oso parlare.
Odore di bacche, piccanti ricordi:
ti vedo ferito mentre ti nascondi.
Distolgo lo sguardo, non oso mirare.
Senso di colpa o tacito accusare?
Intanto d'intorno roboanti silenzi,
sospirar non è facile se ti treman i denti.
Le nuvole arse di fuoco profano,
lasciano il posto ad un cinereo diafano.
La pioggia leggera elegante discende
e il mio volto rigato or ora sorprende.
Le senti le gocce discender su noi?
O raccogli cocci come taglienti rasoi?
Piove sulle tue ciglia nere,
piove sulle labbra che un tempo eran accese.
Ascolta, ascolta.
La musica del cuor si ferma,
e non temer che io m'offenda.
Ora le spalle tristemente ci diamo,
ma ciò non vuol dir che non t'amo.
La favola bella che fin ieri m'illuse,
oggi non lasc'altro che tiepide scuse.
- Sara Gemo -
venerdì 5 aprile 2013
GIRASOLE
"I fiori dello YorkShire sono come le donne dello Yorkshire.
Ogni stadio del loro sviluppo è più bello del precedente, ma l'ultima fase è sempre la più radiosa… e in un secondo appassiscono!
Ma l'ironia del caso vuole che il mio fiore preferito non sia neanche nativo delle isole Britanniche e tanto meno dello Yorkshire.
Non credo d'altronde che esista su questo pianeta nulla che celebri la vita oltre e più del girasole: per me il motivo è da ricercarsi nel suo nome, non perché somiglia al sole, ma perché lui segue il sole.
Durante il corso della giornata la corolla indica il percorso del sole nell'arco del cielo.
E’ un'antenna che capta la luce del sole. Ovunque sia la luce e per quanto sia tenue, sarà trovata dai girasoli.
E’ un tale mirabile fatto, che è una lezione di vita."
Ogni stadio del loro sviluppo è più bello del precedente, ma l'ultima fase è sempre la più radiosa… e in un secondo appassiscono!
Ma l'ironia del caso vuole che il mio fiore preferito non sia neanche nativo delle isole Britanniche e tanto meno dello Yorkshire.
Non credo d'altronde che esista su questo pianeta nulla che celebri la vita oltre e più del girasole: per me il motivo è da ricercarsi nel suo nome, non perché somiglia al sole, ma perché lui segue il sole.
Durante il corso della giornata la corolla indica il percorso del sole nell'arco del cielo.
E’ un'antenna che capta la luce del sole. Ovunque sia la luce e per quanto sia tenue, sarà trovata dai girasoli.
E’ un tale mirabile fatto, che è una lezione di vita."
Dal meraviglioso monologo del Girasole (del film "Calendar Girls" che ho visto recentemente e consiglio davvero perchè è molto simpatico e attuale).
- Pazzesco: l'estate scorsa mi sono presentata ad un campo scuola proprio portando il girasole come "oggetto rappresentativo di me stessa" e ne ho dato lo stesso significato.-
Il Girasole non è solare di suo ... ma segue il Sole.
venerdì 15 marzo 2013
Arance - Già la "i" non ci va
Scuola.
Arance per le vitamine.
Cerchiamo di imparare per semplice orgoglio ...
...e perché vogliamo finire.
E' da una sacco che non mi metto un po' a scrivere. Le mie letture proseguono ovviamente anche se spesso e volentieri intralciate da attività meno gratificanti.
Oggi dovrò lavorare a un tema sul matrimonio: ispirante! Coglierò l'occasione per fare conoscenza con una donna che ammiro e allo stesso tempo ripudio la cara Jane Austen.
In questo pomeriggio che mi fa attendere la primavera vi lascio alcune citazioni che in questi giorni mi hanno fatto molto riflettere e la solenne promessa che entro breve pubblicherò i commenti ai miei ultimi tre libri letti.
________________________________________
"Noi
possiamo camminare quanto vogliamo, possiamo edificare tante cose, ma
se non confessiamo a Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ong
filantropica, ma non la Chiesa, sposa del Signore. Quando non si
cammina, ci si ferma. Quando non si edifica sulle pietre cosa succede?
Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno i
castelli di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza. Chi non prega
il Signore, prega il diavolo, perché quando non si confessa Gesù Cristo
si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio"
- Papa
Francesco -
- Certe volte è imbarazzante scoprire che il corpo non vuole, o non sa mentire a proposito delle emozioni. Chi è mai riuscito, per ragioni di decoro, a rallentare un cuore che batte forte, o a ricacciare indietro un rossore? -
(I. McEwan)
Non compatite la mia sorte amara
Sul mio dolore, nessuna parola
Pietà è una lama che taglia e separa
Togliete il coltello dalla mia gola.
- Il Catena - ovvero Stefano Benni -
"" Se questa vita che ho vissuto svanisse in un istante
io vorrei poter sorridere
se il tempo non mi bastasse, domani è una ragione "" The Sun
venerdì 8 marzo 2013
Giornata Internazionale della Donna
Creatura
Preziosa e Stupenda.
Essere una donna non è tanto lavorare come un uomo, ragionare come lui ed essere trattato allo stesso modo. Siamo diversi, il genere è diverso come il modo di vivere e affrontare la vita, un uomo infatti non vivrà mai le gioie immense e i dolori che solo le donne possono conoscere, la gioia di poter dare la vita è una nostra prerogativa, il soffrire per questo anche, gli ormoni spesso impazziti lo stesso...
ciò però non toglie che le opportunità offerte ai due generei siano identiche e che vengano salvaguardate le peculiarità di entrambi.
Donna non è colei che vuole assomigliare agli uomini, ma colei che essendo donna con dignità e intelligenza sa dimostrarsi all'altezza della vita.
lunedì 4 marzo 2013
Time
Ci abituiamo alla morte finché non ci tocca direttamente o non apriamo gli occhi.
Non mi importa molto di quando sarà la mia di fine, ma sarà drammatico perdere coloro che amo di più.
Non mi importa molto di quando sarà la mia di fine, ma sarà drammatico perdere coloro che amo di più.
lunedì 18 febbraio 2013
Pensieri pre-compleanno
- Avere due fratelli più piccoli mi fa capire quanto sia
importante lo studio, di come nulla vada buttato via perché il tempo
è prezioso e di come la curiosità sia una gran fortuna per chi la
possiede e una grande fatica per chi la coltiva.
- Avere amici accanto che mi capiscono, apprezzano e supportano nonostante i miei limiti e le mie paranoie mi da la forza di amare sempre più e essere responsabile della grazia che mi è stata concessa.
- Avere 18 anni, 11 mesi, 29 giorni e, circa, 20 ore mi fa capire come il tempo voli alla velocità della luce, ma sia bello dire con serenità di cercar sempre di fare del proprio meglio, di prendere ogni scelta con coscienza e, nonostante le difficoltà, di essere felici della propria vita.
- Avere una strada mi fa sperare di individuarla sempre meglio, di delinearla, di sradicare le piante che possono farmi inciampare e di aver sempre più presente e nitida l'immagine di ciò che vorrei realizzare.
Questo vuol dire crescere: non cambiare, ma conoscersi.
- Avere amici accanto che mi capiscono, apprezzano e supportano nonostante i miei limiti e le mie paranoie mi da la forza di amare sempre più e essere responsabile della grazia che mi è stata concessa.
- Avere 18 anni, 11 mesi, 29 giorni e, circa, 20 ore mi fa capire come il tempo voli alla velocità della luce, ma sia bello dire con serenità di cercar sempre di fare del proprio meglio, di prendere ogni scelta con coscienza e, nonostante le difficoltà, di essere felici della propria vita.
- Avere una strada mi fa sperare di individuarla sempre meglio, di delinearla, di sradicare le piante che possono farmi inciampare e di aver sempre più presente e nitida l'immagine di ciò che vorrei realizzare.
Non so perché ma a poche ore dal mio GENETLIACO (la parola del
giorno) mi rendo conto di come la mia vita sia bella, insomma sono
fortunata e un po' sciocca a non rendermene sempre conto.
Per diventare adulta mi hanno detto che devo affrontare le mie
fobie, le mie insicurezze e le molte ansie, ma non è sufficiente
conviverci? Conoscersi? E dare un senso ad ogni cosa?
Credo che certe cose in me non cambieranno mai: l'imbarazzo
costante, il pensiero laterale continuo, l'emotività, l'essere
distratta e goffa, l'ansia, l'altalenanza...
Certo è che mi
conoscerò meglio, mi controllerò sempre più e saprò
gestire la mia persona con maggior maturità.
Questo vuol dire crescere: non cambiare, ma conoscersi.
venerdì 15 febbraio 2013
La Viola del giardino del Re
LA VIOLA DEL GIARDINO DEL RE
Un re andò nel suo
giardino e trovò alcuni dei suoi alberi morenti, fiori e cespugli
stavano appassendo.
La quercia disse che stava morendo perché non
riusciva a essere alta come il pino. Osservando il pino, il re lo
trovò piegato perché non riusciva a sostenere i grappoli come la
vite. E la vite stava morendo perché non era in grado di fiorire
come la rosa. Infine trovò una viola, fresca e fiorente come sempre.
Alla domanda del re, la viola rispose:
“Ho dato per scontato
che, quando mi hai piantata, volevi una viola. Se avessi voluto una
quercia, una vite o una rosa, avresti piantato quelle. Per cui ho
pensato: visto che avevi piantato proprio me, dovevo fare del mio
meglio per essere ciò che volevi. Io posso solo essere me stessa, e
sto cercando di esserlo al meglio delle mie capacità”.
giovedì 14 febbraio 2013
Stefano Benni - geniale
AFFINITA'
lui
a letto dormiva
lui
andava a pescare
lei
restava a stirare
lei
aveva un'amante fisso
lui
un pappagallino rosso
lei
sognava spesso
lui
no
Lei
partì per l'Oriente
lui
restò a pescare
lei
tornò a stirare
lui
fece finta di niente
lui
si prese un'amante
lei
un tranquillante
lui
andava allo stadio
lei
seguiva alla radio
lui
fumava a catena
lei
solo dopo cena
lui
un giorno morì
lei
no
POESIODROMO
Un
GATTO inseguiva un giorno un TOPO
lungo
i versi di una piccola poesia
"Quattro
parole ancora" disse il TOPO
"e
verrò preso, se non scappo via"
ma
nel dirlo si sentì sollevato
ché
per dodici parole era scappato
mentre
il GATTO vide scoraggiato
che
di ventun parole era staccato
"Non
mi prendi" disse il TOPO al GATTO
ma
si pentì della frase pronunciata
ché
a solo due lettere dal muso
vide
passar felina una zampata
"GATTO
feroce e maledetto" disse il TOPO
"tra
me e te cinque parole metto"
"mi
arrendo" disse il GATTO "o TOPO"
Mangiò
le virgolette, poi la "o"
e
dopo indovinate che mangiò...
venerdì 8 febbraio 2013
Di tutte le ricchezze - Stefano Benni
Buona sera miei cari lettori,
Da circa una settimana ho finito di leggere l'ultimo libro di Stefano Benni "Di tutte le ricchezze" regalatomi da dei miei cari amici a Natale. Finalmente ho trovato una serata in cui pensare tranquillamente a cosa più mi è piaciuto di questo racconto e a questo punto non mi resta altro che parlarvene.
Innanzitutto devo specificare: io ADORO Stefano Benni. Davvero, è uno dei miei scrittori contemporanei preferiti, mi piace un sacco il suo modo di scrivere. Quindi non mi poteva deludere, infatti in ogni piccolezza, in ogni dettaglio ha rivelato qualcosa di nuovo e nascosto che dava un tocco di magia alle vicende.
Il protagonista, un professore di mezza età, parla con gli animali di filosofia, aiuta i vicini di casa e fa loro da psicologo, è un grande osservatore e cultore d'arte. Un uomo completo, anziano e saggio che dopo una vita senza regole e con alcuni rimpianti decide di vivere in montagna in una cittadina fuori dal mondo; si dedica quindi alla poesia giocosa, a un poeta maledetto, il Catena, e a riflettere molto spesso su ciò che lo circonda.
Aspetto apprezzabile di Benni è la sintassi molto semplice e lineare e un lessico quotidiano, mi sorprende però come trasparisca sempre la cultura dello scrittore che in riferimenti piò o meno espliciti si collega a nozioni di letteratura, storia e filosofia.
Le cose che si potrebbero dire di questo libro sono davvero tantissime, ma non penso valga davvero la pena di commentarle una ad una perchè molto soggettive, posso però riassumere quelle per me più importanti in un chiaro ed efficace elenco puntato:
- Ogni animale del bosco aiuta il vecchio professore a riflettere sul suo passato e su ciò che vive, gli animali personificati portano con sé grandi conoscenze e virtù.Vi cito alcuni passi che mi sono piaciuti parecchio:
- Il libro è spesso inframmezzato da poesie giocose del professore e da poesie del poeta maledetto, il Catena. (Entrambi i tipi di poesia sono scritti dal nostro amato Benni)
- Ogni evento che viene raccontato è vista dal punto di vista del professore che spesso ironizza e mette in evidenza piccole cose che fanno capire il suo modo di ragionare, vedere il mondo e le persone.
- Vengono trattate molte tematiche e l'approccio è sempre molto diretto.
- Il racconto seppur semplice porta il lettore a voler saper come si concluderà la vicenda e la parte finale è davvero bellissima.
"Come vede, l'invidia fa parte della nostra vita di cosiddetti intellettuali. Ma col tempo passa. Da annichilente l'invidia diventa fertile, diventa il riconoscimento e la gratitudine per chi è più bravo di noi. Lei deve ancora conoscere questo cambiamento."
" Mi faceva pena. Ma la pena è facile da provare a rapida da dimenticare."
"Il bambino non sceglie la bellezza, per lui tutto è rivelazione, bellezza continua e indistinta."
Insomma, io sono forse un po' di parte ma vale davvero la pena di leggerlo, sopratutto se si riesce ad andare oltre alla semplice storia ed apprezzare la bellezza e l'attenzione per il particolare con cui Stefano Benni ha voluto ancora deliziarci.
A presto e con affetto,
Sara
"L'omino dei sogni" di Gianni Rodari
Quando ero alle elementari io e la mia classe abbiamo fatto un mini cartone animato su questa poesia. Ieri pomeriggio, sfogliando vecchi libri ho ritrovato la raccolta di filastrocche "Filastrocche in cielo in terra" di Gianni Rodari e me le sono rilette, una più bella dell'altra. E' meraviglioso pensare come i bambini si incantino ascoltando queste rime baciate, questi giochi di parole e immagino i mondi fantastici che stanno dietro tutto questo. L'infanzia è magica e l'innocenza che l'accompagna mi attrae inesorabilmente.
L’omino dei sogni
che buffo tipetto!
Mentre tu dormi
senza sospetto
ti si mette accanto al letto
e ti sussurra una parola:
“Vola!”
E tu non domandi nemmeno
“con che?”
Uno due tre:
sei nell’arcobaleno,
aggrappato ad un ombrello,
e scivoli bel bello
dal verde al rosso al giallo,
e a cavallo
del blu
scendi giù, giù, giù…
Ecco il mare:
finirai con l’affogare!
Ma l’omino è lì apposta,
all’orecchio ti si accosta,
e ti sussurra : “Presto!
Ecco i banditi! Scappa lesto lesto!”
O cielo, i banditi
di nero vestiti,
con la maschera sul viso
e un satanico sorriso
tra quei baffoni…
Ti puntano i tromboni
e pum!
fanno pum! pum! pum!
Tu scappi, sei ferito
al naso oppure al dito,
e già ti manca il cuore,
sei preso, che orrore!
Macchè!
Non succederà nulla perché
l’omino dei sogni
ti salva con una parola.
Ecco, ti trovi a scuola
e non sai la lezione.
Una nuova emozione!
Eppure l’hai studiata
alla perfezione!
Possibile che già l’abbia scordata?
E’ colpa dell’ometto
bizzarro e malignetto
che mentre dormi si arrampica
sul tuo letto
e si diverte a farti sognare,
volare, scappare, disperare...
fin che la mamma viene
a scrollarti per bene,
a svegliarti, ch'è tardi...
E tu ti svegli, guardi
dappertutto, però
l'omino dei sogni non lo vedi:
forse di giorno sta sotto il comò!
L’omino dei sogni
che buffo tipetto!
Mentre tu dormi
senza sospetto
ti si mette accanto al letto
e ti sussurra una parola:
“Vola!”
E tu non domandi nemmeno
“con che?”
Uno due tre:
sei nell’arcobaleno,
aggrappato ad un ombrello,
e scivoli bel bello
dal verde al rosso al giallo,
e a cavallo
del blu
scendi giù, giù, giù…
Ecco il mare:
finirai con l’affogare!
Ma l’omino è lì apposta,
all’orecchio ti si accosta,
e ti sussurra : “Presto!
Ecco i banditi! Scappa lesto lesto!”
O cielo, i banditi
di nero vestiti,
con la maschera sul viso
e un satanico sorriso
tra quei baffoni…
Ti puntano i tromboni
e pum!
fanno pum! pum! pum!
Tu scappi, sei ferito
al naso oppure al dito,
e già ti manca il cuore,
sei preso, che orrore!
Macchè!
Non succederà nulla perché
l’omino dei sogni
ti salva con una parola.
Ecco, ti trovi a scuola
e non sai la lezione.
Una nuova emozione!
Eppure l’hai studiata
alla perfezione!
Possibile che già l’abbia scordata?
E’ colpa dell’ometto
bizzarro e malignetto
che mentre dormi si arrampica
sul tuo letto
e si diverte a farti sognare,
volare, scappare, disperare...
fin che la mamma viene
a scrollarti per bene,
a svegliarti, ch'è tardi...
E tu ti svegli, guardi
dappertutto, però
l'omino dei sogni non lo vedi:
forse di giorno sta sotto il comò!
giovedì 7 febbraio 2013
Fasi di uno studente nella scuola sbagliata
Assodato
che secondo me è impossibile per un ragazzino di 14 anni conoscersi
a tal punto da decidere cosa fare della propria vita e di conseguenza
scegliere un istituto adatto a lui...
Vi
elencherò le fasi che un povero studente deve passare dopo aver
scoperto di aver sbagliato scuola.
fase 1 ) Odio. Lo sciagurato comincerà a odiare tutte le materie anche vagamente vicine a quelle di indirizzo. Un ragazzo del liceo scientifico odierà matematica e fisica, uno del ginnasio latino e greco e un ragazzo in un istituto tecnico commerciale comincerà ad odiare economia.
fase 2) Pianificazione. Lo studente inizierà a pensare di cambiare scuola, di stravolgere la sua vita con questo cambio repentino, difficile ma vitale; nel frattempo però si impegnerà in ogni modo per non andar male a scuola.
fase 3) Interiorizzazione. Lo studente ha deciso che fare un cambiamento del genere potrebbe essere devastante per il suo fragile cuore e decidere di continuare con l'indirizzo di studi, ma anno dopo anno si rende conto di come ogni materia, anche la più neutrale, sia sempre più corrotta da quelle "portanti". Depressione e delirio prendono forma nella sua mente.
fase 4) Rivoluzione. Lo studente ad un certo punto, portato all'esasperazione, fa la grande scelta: non studierà più tutto ciò che non è affine al suo modo di essere. In breve tempo però la rivoluzione viene sedata nel sangue: i brutti voti e l'orgoglio del nostro eroe non sono compatibili.
fase 5) Rassegnazione. Il nostro beniamino si piega alla dura legge della giungla... o, a meglio dire, del fato. Studia tutto bene e anche le materie odiate. Si trascina giorno dopo giorno maledendo la mattina in cui decise di iscriversi in quella dannata scuola.
fase 6) Epifania. Tutto comincia ad avere un senso. Il ragazzo capisce che nella sciagura della scelta sbagliata è cresciuto e ha vissuto cose che altrimenti non avrebbe mai fatto per predisposizione personale. Si sente illuminato e travolto da un'energia arcana e ultra terrena che lo spinge a dare il meglio di sé in tutto. Ormai lui ha capito, ha avuto la rivelazione, si rende conto che tutto torna nel disegno superiore della sua vita. Non desidera altro che finire le superiori, ma sa che gli è servito anche questo passaggio per essere quello che è.
fase 7) Noia. Passano i giorni e il potere galvanizzante dello studente illuminato va scemando. Si annoia, vuole andare all'università e passare le giornate facendo e studiando ciò che ama. Si sente fuori posto e desidera con ardore passionale la fine dell'anno scolastico, anche se spesso si accontenta di pomeriggi senza studio dove dilettarsi nelle sue passioni.
Vi
chiederete se c'è una soluzione a tutto ciò... ma secondo me non
c'è! Le 3 fasi finali (5/6/7) si ripeteranno fino alla fine della 5^
superiore senza possibilità di cambiamento. Gioia, Depressione,
Noia, Euforia, Isteria, Malessere, Schizofrenia... tutto si alternerà
in modo ciclico e continuo finché gli esami di maturità con la loro
scarica di adrenalina porteranno via tutto e vi lasceranno un
meraviglioso ricordo dei 5 anni passati.
Nel
frattempo però c'è solo AGONIA.
martedì 5 febbraio 2013
"I dolori del giovane Werther" di J. W. Goethe
Johann
Wolfgang von Goethe nacque nel 1749 a Francoforte. Fu drammaturgo,
poeta, saggista, scrittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato,
critico d'arte e critico musicale tedesco. (riprendete fiato)Tra
le sue opere più celebri troviamo “I
dolori del giovane Werther”
e “Faust”
un poema drammatico su cui lavorò per sessant’anni, ma che lo
porterà a essere considerato uno dei più importanti letterati della
lingua tedesca e l’anima della modernità.
Goethe fu molto rilevante per la sua epoca, perché oltre a avere una produzione artistico-culturale notevole, appoggiò il primo movimento pre-romantico del XVIII secolo, lo Sturm und Drang (Tempesta e impeto). Io ho letto “I dolori del giovane Werther” un romanzo epistolare tipicamente romantico.
Goethe fu molto rilevante per la sua epoca, perché oltre a avere una produzione artistico-culturale notevole, appoggiò il primo movimento pre-romantico del XVIII secolo, lo Sturm und Drang (Tempesta e impeto). Io ho letto “I dolori del giovane Werther” un romanzo epistolare tipicamente romantico.
Caspar David Friedrich - Viandante sul mare di nebbia - 1818 |
Il
personaggio principale del romanzo è Werther,
il giovane artista borghese che scrive le lettere che compongono
l’opera. Colto, raffinato e appassionato di arte e
letteratura, ma insofferente nei confronti della società che a
suo avviso blocca la libertà dell’animo umano. È un personaggio
molto sensibile e innocente, seppur si lasci trasportare in modo
impegnativo dai propri sentimenti. Dal
testo non si comprendono le sue caratteristiche fisiche, quelle
caratteriali invece sono facilmente intuibili anche solo dalle prime
lettere indirizzate al suo fedele amico Guglielmo e poi
nell’approccio con Carlotta, la ragazza di cui si innamorerà.
Lei
a differenza di Werther sembra aver un animo semplice e sereno. Lui
la descrive sin dall’inizio come la perfezione fatta donna, una
figura idilliaca al di là del reale. Si dilunga in descrizioni sul
suo aspetto (media statura, lunghi capelli scuri, occhi neri e
lineamenti aggraziati); parla anche del suo portamento, dei suoi modi
di fare, della sua eleganza e dolcezza. Il fatto che
accudisca i suoi fratelli ci fa capire che sia una ragazza molto
responsabile e matura. Capisce dal primo incontro con
Werther che tra loro c’è qualcosa di speciale, ma rimane fedele al
suo promesso sposo Alberto che in quel momento è in viaggio. Cerca
di mantiene un bel rapporto d'amicizia con il nuovo conoscente per quasi tutta
la durata della vicenda, fino a quando non è obbligata ad
allontanarlo perché sente che lui non riesce più a controllare i
sentimenti nei suoi confronti.
Alberto
è il fidanzato di Carlotta. Il suo carattere si trova in netta
contrapposizione con quello di Werther, essendo lui un tipico
borghese che condanna la vena artistica, l’irrazionalità e la
passionalità che sono invece ben presenti nell’animo del nostro protagonista.
Alberto non dimostra in nessuna conversazione un’apertura
mentale sufficiente a comprendere o cercare di comprendere l'animo di Werther e nemmeno pensa di modificare o mettere in discussione le
proprie convinzioni. Il protagonista spesso si chiede se Alberto
meriti l’amore di Carlotta, che però riconosce essere sicuro e
stabile e differenza del suo.
Nelle
prime lettere sono rimasta molto colpita e affascinata dalle
descrizioni e dai pensieri di Werther. La dolcezza e la sublimità
con cui contempla la natura mi trasmettono una grande serenità,
ma i suoi pensieri sono preludio alla triste sorte che lo attende.
Nel
corso della vicenda sono rimasta impressionata dal modo travolgente
in cui Werther si innamora di Carlotta, dal modo in cui affronta e
reagisce alle varie situazioni e mi ha molto scosso, la sua decisione
finale e senza possibilità di ritorno. Infatti il tema del suicidio,
molto comune nella narrativa romantica, è tornato anche nell’analisi
di questo libro. Ho pensato molto alla motivazione che l’ha
spinto a un tale gesto cercando anche di immedesimarmi in lui, ma
sono giunta alla forse semplicistica conclusione che l’opera senza
il suicidio finale non avrebbe avuto lo stesso significato.
Mi
ha fatto molto riflettere anche la scelta che si è trovata a dover
fare la giovane Carlotta, tra un uomo stupendamente romantico e
passionale, ma inquieto e instabile, qual è Werther, e un uomo
razionale, forse un po’ eccessivamente inquadrato, ma stabile e
sicuro, come Alberto. Forse questo bivio mi ha colpito
particolarmente perché la scelta della persona con cui condividere
una vita è per l’appunto proprio una “scelta di vita” e
Carlotta in questo caso mi sembra aver voluto ascoltare più la sua mente e il suo buon senso più che il proprio cuore e il proprio
istinto.
I
personaggi che più mi hanno colpito sono: Werther e Alberto, o forse
meglio, il loro dualismo.
Werther
è secondo me l’amante ideale, passionale e travolgente, romantico
e sensibile, colto e raffinato. Alberto sembra invece sempre troppo
razionale e troppo distaccato, attento più a ciò che è la prassi
che a ciò che ritiene giusto. Si dimostra una persona molto ottusa, non
capace di capire e immedesimarsi negli altri e senza un minimo di
desiderio di confronto per crescere come persona.
La sintassi non è sempre chiare e lineari, forse proprio per far capire
l’inquietudine e la mancanza di certezze e risposte di Werther. I
registri linguistici utilizzati sono medio-alti, uguali per tutti i
personaggi, essendo loro tutti della stessa classe sociale cioè
borghesia settecentesca. Il lessico non è particolarmente difficile
da comprendere e vi è un rilevante utilizzo di francesismi.
Secondo
me, Goethe ha deciso di adottare questo stile perché voleva mettere
in evidenza l’aspetto di Werther come uomo colto e amante
dell’arte, ma voleva comunque mantenere la comprensibilità e la
scioltezza che deve esserci in uno scambio epistolare.
Il
libro mi è piaciuto davvero molto. Sin dall’inizio la narrazione
cattura il lettore rendendolo partecipe del succedersi degli eventi e
facendolo immedesimare in Guglielmo, l’amico che riceve le
confidenze di Werther. L’opera affronta varie tematiche che
contestualizzate possono essere, e per me sono state, punto di
partenza per riflessioni di crescita personale. La lettura è
scorrevole e piacevole, ma forse per comprenderne al meglio alcune
sfumature e alcuni passaggi sarebbe meglio affrontarla due volte
perché nella frenesia e, nel mio caso, nella discontinuità di tempo
dedicatole sono convinta che si perda molto.
Incontro con Anna Achmàtova
Venerdì 1 febbraio. In biblioteca. Un dandy Veronese e un'inetta Trevigiana.
Da "VERSI DI MEZZANOTTE"
Anna Achmatova
L'inetta non sa la sua data di nascita, ha perso il cartellino della biblioteca, non si ricorda quanti anni ha e dopo una quantità innumerevole di figuracce ride in modo nervoso e sgraziato mentre i poveri studenti cercano di studiare. Il dandy si porta appresso una valigia più grossa di lui, fa da supporto psicologico alla compagna e ride per le sue gaffe continue.
Finalmente però, alle ore 16.06, il compito dei due sciagurati è stato portato a termine.
L'hanno conosciuta. Lei, la "poeta" che accompagnerà l'inetta da qui a Luglio e che già da ora si è dimostrata essere un'amica intrigante e appassionante.
Da "VERSI DI MEZZANOTTE"
Tredici Versi
E finalmente pronunciasti la parola,
No, non come quelli... col ginocchio in terra,
Ma come chi di prigionia è scappato
E vede un sacro manto di betulle
Attraverso l'arcobaleno delle lagrime.
E intorno a te cantò il silenzio,
E d'un sole terso si schiarì il crepuscolo,
E il mondo per un attimo si trasformò,
E mutò stranamente il sapore del vino.
E persino io, destinata
Della parola divina ad essere l'assassina,
Quasi con devozione tacqui
Per prolungare la vita benedetta.
Anna Achmatova
venerdì 25 gennaio 2013
Frankenstain di M. Shelley
Eccomi, con il primo libro che sottopongo alla vostra attenzione: Frankenstein di Mary Shelley.
Chi l’avrebbe mai detto che un libro che pensavo fosse quanto meno noioso e scontato mi potesse incantare così tanto?!
Per presentarvelo ho pensato di focalizzare l'attenzione solo su alcuni punti, quelli che a me sono sembrati più intriganti e lascerò perdere contesto storico, trama e tutte quelle cose che … si possono trovare tranquillamente su wikipedia.
Inizierò parlandovi di Mary Shelley.
Questa scrittrice all’età di soli 19 anni si trovò con un gruppo di poeti e letterati in una villa sul lago di Ginevra.
Questi, bloccati dal mal tempo, vennero suggestionati da una storia di fantasmi e dalla situazione in cui si trovavano e decisero di inventare ognuno un racconto horror per passare il tempo. La giovane quindi ideò la storia di uno scienziato che era riuscito a dar la vita a un Mostro. Tornata a casa modificò il racconto rendendolo più appetibile all’editoria e lo pubblicò.
Questo romanzo però non è horror e nemmeno lugubre e sanguinoso. Anzi, nonostante le molte morti non viene quasi mai fatto cenno alla brutalità dei cadaveri, l’attenzione è posta invece sui sentimenti dei personaggi, sui loro tormenti interiori e sulla loro umanità.
Allora... Ecco i personaggi più importanti: Walton, il dottor Frankenstein e il Mostro.
Walton è colui che scrive le lettere presenti nel romanzo (che è in forma epistolare). Attraverso le sue lettere vengono raccontate le vicende del dottor Frankenstein e se stesso che alla fine incontrerà il Mostro. La sfumatura più interessate di questo personaggio è la solitudine che lo spinge alla ricerca dell’amicizia e della lealtà.
Posso citare alcune frasi che l’autrice fa pronunciare a Walton per farvi comprendere meglio la sua personalità e l'intensità dei suoi pensieri.
“Niente può calmare la mente quanto un fermo proposito, un punto su ci l’animo possa fissare il suo occhio razionale” (riferendosi alla missione della sua nave)
“Non ho un amico, Margaret: quando l'entusiasmo del successo s'impadronirà di me, nessuno parteciperà alla mia gioia. Se sarò assalito dalla disperazione non ci sarà alcuno a sostenermi. Potrò affidare i miei pensieri alla carta, è vero, ma è ben povera cosa per comunicare dei sentimenti. Desidero la compagnia di un uomo capace di sentire come me, i cui occhi rispondano ai miei.” (All'inizio del romanzo manifesta questa solitudine che lo spinge a desiderare fortemente una persona amica)
“E dovrei perdere quest'uomo ammirevole? Ho tanto desiderato un amico; ho cercato qualcuno che mi comprendesse e mi amasse. Ed ecco, ne ho trovato uno in mezzo a un mare desolato. Ma temo di averlo trovato solo per imparare ad apprezzarne il valore e poi perderlo. Vorrei riconciliarlo con l'esistenza, ma respinge l'idea.”
(Quando verso la fine del romanzo... meglio che io non lo dica perché rischierei di rovinarvi la lettura)
Frankenstein è il dottore che crea il mostro e vive una sciagura dopo l'altra per averlo creato, senza però amarlo. In tutto il romanzo dentro di lui si alterna la gioia per la vita e l'amore per la sua famiglia e il disprezzo per se stesso e per quello che ha fatto. “Il sonno aveva abbandonato i miei occhi, vagavo come uno spirito maligno: avevo commesso azioni cattive, orrori indescrivibili, e mi ero convinto che molto, molto ancora fosse in serbo per me. Eppure, il mio cuore traboccava di gentilezza e di amore per il bene.”
Quest'uomo mi ha colpito perché è talmente una bella e brava persona che mi sembra strano che sin all'inizio non sia riuscito ad amare la sua creatura... insomma tranne essere “brutto”, il mostro, non aveva fatto nulla di male.
“In una crisi di follia entusiasta ho creato un essere intelligente e avrei avuto il compito di garantirgli, per quando mi fosse possibile, felicità e benessere. Era un mio dovere.”
Questo fa comprendere che Frankenstein non è del tutto cieco rispetto ai doveri che aveva nei confronti della sua creatura, ma che evidentemente è stato debole e si è rovinato con le sue mani.
Infatti, la creatura non è nata cattiva e malvagia, anzi. “Ero di indole buona e gentile: il dolore ha fatto di me un demonio. Rendimi felice e tornerò a essere virtuoso”. Lui non è insensibile a quello che fa, anzi se ne rende ben conto e se ne pente, ma è anche addolorato dalla sua esistenza che viene disprezzata da tutti, anche quelli che lui ama e quelli che aiuta. “
Ci troviamo quindi di fronte a un conflitto : dottore / mostro.
Il dottore spaventato, il dottore la cui famiglia è stata annientata dal mostro che è una sua opera e si rivolta contro di lui, il dottore con la coscienza macchiata dall'aver creato un pericolo per l'umanità.
Il mostro... disperato, solo, disorientato, abbandonato dal suo creatore, buono ma non riconosciuto come tale.
Non so a chi si possa dar ragione, se una ragione c'è. Difatti entrambi si rendono conto di aver sbagliato in qualcosa, ma allo stesso tempo si sentono giustificati per il loro ODIO.
In aggiunta a tutto questo mi ha colpito molto la somiglianza tra i due personaggi.
In momenti e con riferimenti diversi, ma entrambi nel racconto dicono di essere Buoni e Gentili ma che qualcosa ha turbato la loro indole. Il dottore dopo la creazione del mostro si sente colpevole di un reato contro il mondo e dopo la morte dei suoi cari si trova depresso e impazzisce. Il mostro inizialmente è buono, ama le persone e le vuole aiutare, dopo i vari rifiuti (compreso quello del suo creatore) inizia a disprezzare l'umanità.
Insomma, questo libro è davvero stupendo: pieno di suspense, di ansia e spunti di riflessione per un lettore che vuole crescere anche come persona.
I personaggi sono complessi, umani e profondi, nulla è lasciato al caso e lo stratagemma delle lettere del capitano alla sorella rendono tutto ancora più misterioso e intrigante.
Io l'ho letto in modo molto frammentato, ma merita davvero di essere apprezzato per il capolavoro che è senza esser guardato con pregiudizio.
giovedì 17 gennaio 2013
Avventure Letterarie
In questo periodo tra la scuola e altri mille impegni ho iniziato tantissimi libri e faccio molta fatica a finirli.
Vi elenco quelli che intendo finire e recensire nei prossimi giorni...
\\ Frankenstein - Mary Shelley
// Di tutte le ricchezze - Stefano Benni
\\ Il Maestro e Margherita - Michail Bulgakov
// Ultime lettere di Jacopo Ortis - Ugo Foscolo
\\ La coscienza di Zeno - Italo Svevo
// Il sergente nella neve - Mario Rigoni Stern
\\ Cose che nessuno sa - Alessandro d'Avenia
// Siddharta - Hermann Hesse
\\ 1984 - George Orwell
// Lo strano caso del dott. Jekyll e del mr. Hyde - R. L. Stevenson
\\ La grammatica di Dio - Stefano Benni
// Gente di Dublino - James Joyce
\\ Se questo è un uomo - Primo Levi
Nello scriverli mi sono resa conto che sono davvero tanti!
Vi elenco quelli che intendo finire e recensire nei prossimi giorni...
- Rido da sola nel pensare di recensirli. - - In realtà credo li commenterò in e con grande semplicità. - |
\\ Frankenstein - Mary Shelley
// Di tutte le ricchezze - Stefano Benni
\\ Il Maestro e Margherita - Michail Bulgakov
// Ultime lettere di Jacopo Ortis - Ugo Foscolo
\\ La coscienza di Zeno - Italo Svevo
// Il sergente nella neve - Mario Rigoni Stern
\\ Cose che nessuno sa - Alessandro d'Avenia
// Siddharta - Hermann Hesse
\\ 1984 - George Orwell
// Lo strano caso del dott. Jekyll e del mr. Hyde - R. L. Stevenson
\\ La grammatica di Dio - Stefano Benni
// Gente di Dublino - James Joyce
\\ Se questo è un uomo - Primo Levi
Nello scriverli mi sono resa conto che sono davvero tanti!
Un buon Inizio
Giovedì 17 gennaio 2013. Ore 18.02.
Io, miss Poulain, darò vita a questo Blog.
Unico scopo: raccogliere i commenti e le recensioni dei libri che più mi hanno appassionato.
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